venerdì 11 giugno 2010
Produrre la plastica dalle banane delle Canarie
Chi avrebbe mai immaginato di poter ricavare della plastica dalle banane? L'esperimento dei ricercatori dell'università di Belfast, nell'ambito del progetto Badana, è invece andato a buon fine, portando alla luce un prezioso metodo sostenibile: tale procedimento permette di evitare, nelle Isole Canarie, lo spreco di 25 mila tonnellate di banani che ogni anno vengono gettati.
Il progetto Badana, avviato nel luglio 2009 e della durata di due anni, ha ricevuto finanziamenti europei per 1 milione di euro: denaro che i ricercatori utilizzano al fine di mettere a punto nuove procedure per incorporare i sottoprodotti derivanti dalle piantagioni di banane delle Isole Canarie nella produzione della plastica mediante stampaggio rotazionale.
Le banane sono un prodotto tipico delle Canarie, basti pensare che "quasi il 20% delle banane consumate in Europa provengono dalle Isole Canarie. Solo sull’isola di Gran Canaria crescono ogni anno circa 10 milioni di banani", spiega Mark Kearns, manager del Polymer Processing Research Centre di Belfast.
martedì 1 giugno 2010
Ecco come creare un braccialetto da una bottiglia!
Dopo la creazione di una bottiglia in plastica riciclabile al 100% e composta da una miscela fino al 30% di materiali riciclabili, l'anima ecologica del brand Dasani non si ferma qui: l'impresa, infatti, ha avviato una preziosa collaborazione con la stilista Erika Domesek, la quale realizza capi e accessori con materiali riciclati.
Dasani è un brand che fa della filosofia eco sostenibile un suo punto cardine: tra le varie attività a favore dell'ecologia Dasani ha aperto anche uno spazio dedicato al riciclo e alla moda fai da te, dove troviamo dei preziosi consigli della stilista Erika su come trasformare diversi materiali in utili e originali capi da indossare.
Nella sezione, sono disponibili alcuni tutorial, tra cui questo con il quale Erika ci insegna come trasformare delle bottiglie di plastica in simpatici e colorati braccialetti!
Il contributo piu' interessante di Dasani sul fronte ecologico, rimane comunque Plantbottle, il cui successo è testimoniato dal fatto che la bottiglia è stata presto adottata da Cola Cola: è un prodotto interamente riciclabile, per di piu' formato dal 30% di materiali naturali che sostituiscono le parti non rinnovabili presenti nella tipica plastica PET.
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giovedì 27 maggio 2010
Ekokook, la cucina del futuro
Si chiama Ekokook, ed è la cucina del futuro: si tratta di un nuovo ed interessante progetto realizzato da Faltazi design, che mira a portare l'ecologia anche nel mondo della cucina domestica.
Il tema del risparmio energetico è un aspetto particolarmente importante nella cucina: essa è infatti l'ambiente in cui si conservano gli scarti, gli alimenti da buttare, oltre al dispendio di energia, generando tra l'85 e il 90 % della spazzatura familiare.
E' un dato molto alto e se a questo si aggiunge che spesso la raccolta differenziata non è condotta in modo adeguato, si capisce che gli sprechi sono enormi.
Questo è stato il punto di partenza dei designers francesi Victor Massim e Laurent Lebot, riflessione dalla quale è nata poi Ekokook, la cucina ecologica. Il concetto trainante è il riciclo e il riuso dei materiali, dall'acqua alla plastica: l'ambiente è infatti sviluppato perchè ognuno possa diventare autosufficiente in casa propria, e soprattutto in cucina.
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lunedì 24 maggio 2010
Intervista con Alessandro Cerra
Alessandro Acerra è un fiume di idee; ha acquistato notorietà grazie alle sue eco t-shirt, magliette fatte a mano una per una, con massima cura e con rifinitura finale ad ago: ogni esemplare è disegnato, ritagliato e cucito assemblando tessuti differenti.
Finalmente un'idea diversa, e per di piu' eco, poichè i tessuti provengono da materiali di scarto; un progetto contro l'omologazione di massa, ogni t-shirt è diversa dall’altra e ha con sé un certificato di autenticità che ne garantisce l’unicità.
Accanto alle eco t-shirt, ecco gli eco-toys: anch'essi pezzi unici, sono simpatici mostriciattoli di stoffa riciclata che ci aiutano a mantenere pulito l'ambiente. Infatti, a seconda delle dimensioni, diventano appositi contenitori e cestini.
Alessandro Acerra, però, non è solo questo: è un eclettico, che porta avanti la sfida dell'ecodesign in moltissimi campi dell'arte: lasciamo a lui la parola!
Innanzitutto, chi è Alessandro Acerra?
Mi chiamo Alessandro Acerra e sono nato ad Avellino nel 1980. Mi sono laureato presso l' Accademia di Belle Arti di Milano nel 2005, indirizzo design inteso come artigianato moderno, con tesi in eco-design dal titolo "Niente si crea, tutto si ricicla". Mentre finivo gli studi, ho frequentato svariati corsi di aggiornamento in comunicazione visiva e modellazione 3D presso il Politecnico di Milano.
Oggi, oltre a dedicarmi alle eco t-shirt, porto avanti una mia pulsione innata verso l'arte in generale, l'eco design, i quadri, le istallazioni, i video. Mi sento vivo in questo modo.
Hibu è il nome del mio sito personale, ed è una parola del tutto costruita che serve a dare un punto di riferimento per localizzare il mio prodotto.
Ti definisci eco designer, ma cosa vuol dire esattamente?
Le stoffe che uso sono recuperate da passerelle di moda milanese, abiti usati, stoffe trovate o regalate. Le eco t-shirt sono un prodotto che fin dall'inizio dell'idea fino alla spedizione curo personalmente, sia come giusto sia nella cucitura a macchina e nelle rifiniture ad ago di ogni singolo pezzo. In questo modo sono sicuro di rendere il prodotto con il tempo sempre più apprezzato e icona di qualità.
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venerdì 21 maggio 2010
I fondi del caffè diventano mobili
Chi ha detto che essere ecologici è un limite per la creatività? A guardare cosa è venuto fuori dalla collaborazione di Re-worked e Axion Polymers si direbbe esattamente il contrario!
Reinventare, sperimentare per trovare il modo di trasformare rifiuti tra i più insospettabili in qualcosa di utile e di nuovo: questa volta è il turno dei fondi del caffè, un prodotto che produciamo quotidianamente in grande quantità, e che queste aziende inglesi hanno sfruttato come base per creare alcune parti di mobili come sedie e tavolini.
I fondi del caffè sono stati mescolati insieme con plastica riciclata ed un composto di fagioli, per far sì che si creassero delle lastresomiglianti alla plastica. A questo nuovo materiale, del colore tipico del caffè, è stato dato il nome di Curface.
Le gambe dei tavolini e delle sedie, invece, sono state ricavate da alberi locali che sarebbero stati comunque abbattuti, quindi non vi è stato alcun spreco di alberi.
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martedì 18 maggio 2010
Premiazione dei vincitori del concorso di Coca - Cola "Re: Design Positively - Nuovi contenitori per la raccolta differenziata"
Ieri 17 Maggio, alla Trienna di Milano, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del concorso "Re: Design Positively - Nuovi contenitori per la raccolta differenziata", promosso da Coca Cola in collaborazione con l'associazione ReMade in Italy e con la Facoltà di Design del Politecnico di Milano.
Finalità del concorso è l’individuazione di una proposta progettuale di contenitori per la raccolta differenziata di plastica, carta, alluminio e vetro, realizzati con materiali riciclati post-consumo; a ciò si aggiunge la forte volontà di Coca Cola nel sensibilizzare l'opinione pubblica verso il consumo rispettoso per l'ambiente.
Il concorso, che nasce nell'ambito della piattaforma di comunicazione Live Positively, promossa da Coca-Cola in tutto il mondo, ha visto la partecipazione di 182 tra giovani designer, artisti e architetti sotto i 35 anni: tutti progetti sviluppati su linee guida e criteri precisi quali innovazione, sostenibilità, estetica, funzionalità, qualità, adeguatezza alla produzione industriale, utilizzo di materiale riciclato.
Finalità del concorso è l’individuazione di una proposta progettuale di contenitori per la raccolta differenziata di plastica, carta, alluminio e vetro, realizzati con materiali riciclati post-consumo; a ciò si aggiunge la forte volontà di Coca Cola nel sensibilizzare l'opinione pubblica verso il consumo rispettoso per l'ambiente.
Il concorso, che nasce nell'ambito della piattaforma di comunicazione Live Positively, promossa da Coca-Cola in tutto il mondo, ha visto la partecipazione di 182 tra giovani designer, artisti e architetti sotto i 35 anni: tutti progetti sviluppati su linee guida e criteri precisi quali innovazione, sostenibilità, estetica, funzionalità, qualità, adeguatezza alla produzione industriale, utilizzo di materiale riciclato.
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venerdì 14 maggio 2010
Konnex, la libreria componibile di Florian Gross
Nella nostra era disponiamo oramai di tutte le tecnologie piu' avanzate: molti, però, continuano a preferire il piacere di un buon libro. Da qui, sono molte le proposte di soluzioni modulari per librerie: questa si chiama Konnex, ed è firmata dal giovane designer tedesco Florian Gross.
Presentata per la prima volta presso la fiera Ambient di Francoforte, Konnex è una libreria componibile composta di un set di cubi di dimensioni crescenti, i quali sono dotati ai lati di una serie di tagli: tali tagli permettono all'utente di assemblare i vari moduli e comporre la libreria in base al proprio gusto e alle esigenze di ogni singolo spazio.
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martedì 11 maggio 2010
Intervista con Angelo Bucci
Angelo Bucci è un designer abruzzese piuttosto eclettico: non solo interior, ma anche fashion design, designer di yacht e auto, il tutto supportato da un'importantissime e preziosa attenzione alla ricerca.
E' stato protagonista al Fuorisalone con due creazioni pienamente in linea con l'approccio ecosostenibile: in realtà, la riflessione di Angelo è molto piu' profonda.
Ascoltiamo quello che ci dice!
Prima di tutto, spiegaci chi è Angelo Bucci e cosa fa.
Allora, sono un architetto con specializzazione in Disegno Industriale, laureato qui a Pescara dove vivo e lavoro. Sono un libero professionista dal 2000 e, in più, faccio l’insegnante presso la Università Europea del Design di Pescara.
Lavoro ed ho lavorato come designer in molti settori, sempre con molta curiosità; questo aspetto del mio lavoro è quello che mi piace di più. Mi piace scoprire cose nuove, avvicinarmi umilmente a settori che ancora non conosco per potermi mettere in discussione ed imparare.
Questo stesso spirito che mi spinge nella professione cerco di restituire ai ragazzi che seguono i miei corsi.
Hai preso parte al Fuorisalone 2010, presso la mostra "Sostenibilità a tutto vapore", con due prodotti: quali sono e perchè sono sostenibili?
I due prodotti presentati in occasione del Fuorisalone 2010 sono WALL chair e poltrOOn.
WALL chair è una seduta che, facilmente, si trasforma in un quadro e viceversa. Un modo nuovo di “nascondere” le sedie in più... mostrandole!
WALL chair è un prodotto ecosostenibile perchè in materiali (ferro ed alluminio) riciclabili, progettata per poter essere facilmente disassemblata e divisa per il riciclaggio e infine, ma non ultimo, realizzata attraverso una filiera molto corta. Tutte le aziende coinvolte si trovano nel raggio di pochi chilometri l’una dall’altra. WALL chair è stata il manifesto di un programma, da noi iniziato, che ha come titolo “deZign km0”, volto alla valorizzazione delle capacità regionali in un concetto di glocalizzazione (dal locale al globale) che, secondo il nostro parere, potrbbe risolvere molte problematiche dei mercati attuali, sensibilizzando le persone verso la riscoperta delle capacità produttive, progettuali e distributive delle proprie realtà locali.
Anche poltrOOn fa parte di “deZign km0”: è una poltrona con pouf completamente realizzata in sezioni di cartone che, attraverso incastri semplicissimi, realizzano una struttura comoda, resistente ed ecosostenibile. Grazie alla collaborazione con la “ico”, Industria Cartone Ondulato, di Pianella (PE), abbiamo progettato questo (ed altri elementi di arredo facenti parte della serie cartOOn) con l’obiettivo di non usare collanti ne agganci strani, di poter acquistare il prodotto scomposto per poi costruirlo a casa, ma, soprattutto, prodotti che possano essere completamente e facilmente riciclati senza dover separare nulla.
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giovedì 6 maggio 2010
Intervista con Bianca Cappello
Fashion Paper è un'interessantissima iniziativa, realizzata con la collaborazione di Comieco e di alcune prestigiose accademie di moda e design: moda e sostenibilità, fashion e rispetto dell'ambiente, ecco le due linee direttrici di questa mostra itinerante che, dopo Roma, sbarca a Milano a partire dal 29 Aprile a Palazzo Isimbardi.
La protagonista, come spiega il nome stesso, è la carta, di ogni tipo, che attraverso curiose e differenti tecniche viene lavorata per dare vita ad abiti, gioielli ed oggetti interamente riciclabili.
Oltre al contenuto, anche l'allestimento (strutture in carta e/o cartone, leggere, facilmente trasportabili, montabili, riutilizzabili e adattabili ad ogni ambiente espositivo) sarà in linea con il concetto fondante della mostra il cui obiettivo è di portare alla luce, sviluppando in maniera del tutto inedita e accattivante, gli attuali temi di eco-sostenibilità, recupero dei materiali a base cellulosica e compatibilità ambientale.
Ne abbiamo parlato con Bianca Cappello, curatrice della mostra.
Sei curatrice della mostra Fashion Paper, ci spieghi in poche parole cos'è?
Fashion Paper è un progetto multiplo; è nato per portare al grande pubblico il tema della Carta come materiale universale. Utilizzando carta di ogni origine, dal cartoncino più prezioso alla carta di riciclo, abbiamo cercato di spiegare al grande pubblico il tema fontamentale dell'eco sostenibilità dando al tempo stesso ai giovani talenti di alcune delle maggiori istituzioni culturali italiane la possibilità di rendersi visibili in una vetrina di eccezione.
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lunedì 3 maggio 2010
Karimoku New Standard, l'ecodesign del legno
Mobili giapponesi e design europeo, la combinazione vincente, portata in scena dall'azienda giapponese Karimoku al Fuorisalone 2010, per una collezione chesposa design e tecnologia, e raggiunge risultati ammirabili in termini di raffinatezza e confort dei prodotti, qualità e sostenibilità ambientale.
Con l'obiettivo di promuovere il mantenimento e la conservazione delle foreste e incrementare la biodiversità sul lungo periodo, per tutti i prodotti della collezione Karimoku New Standard è stato utilizzato legno proveniente dallo sfoltimento delle foreste giapponesi, un comune prodotto di scarto della silvicoltura.
L'avanguardia di Karimoku, leader giapponese nella produzione di mobili in legno non dimentica certo la tradizione nipponica della lavorazione del legno; l'azienda, infatti, dal periodo Edo porta avanti l'arte centenaria della falegnameria, coniugandola oggigiorno con gli strumenti tecnologici piu' avanzati: dal legname di piccolo taglio che affolla il sottobosco boschivo del Giappone nascono oggetti di design originali ed eco-sostenibili, ideali per case illuminate e arieggiate, come spazi all'aperto.
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