martedì 11 maggio 2010

Intervista con Angelo Bucci


Angelo Bucci è un designer abruzzese piuttosto eclettico: non solo interior, ma anche fashion design, designer di yacht e auto, il tutto supportato da un'importantissime e preziosa attenzione alla ricerca.
E' stato protagonista al Fuorisalone con due creazioni pienamente in linea con l'approccio ecosostenibile: in realtà, la riflessione di Angelo è molto piu' profonda.
Ascoltiamo quello che ci dice!

Prima di tutto, spiegaci chi è Angelo Bucci e cosa fa.
Allora, sono un architetto con specializzazione in Disegno Industriale, laureato qui a Pescara dove vivo e lavoro. Sono un libero professionista dal 2000 e, in più, faccio l’insegnante presso la Università Europea del Design di Pescara.
Lavoro ed ho lavorato come designer in molti settori, sempre con molta curiosità; questo aspetto del mio lavoro è quello che mi piace di più. Mi piace scoprire cose nuove, avvicinarmi umilmente a settori che ancora non conosco per potermi mettere in discussione ed imparare.
Questo stesso spirito che mi spinge nella professione cerco di restituire ai ragazzi che seguono i miei corsi.

Hai preso parte al Fuorisalone 2010, presso la mostra "Sostenibilità a tutto vapore", con due prodotti: quali sono e perchè sono sostenibili?
I due prodotti presentati in occasione del Fuorisalone 2010 sono WALL chair e poltrOOn.
WALL chair è una seduta che, facilmente, si trasforma in un quadro e viceversa. Un modo nuovo di “nascondere” le sedie in più... mostrandole!
WALL chair è un prodotto ecosostenibile perchè in materiali (ferro ed alluminio) riciclabili, progettata per poter essere facilmente disassemblata e divisa per il riciclaggio e infine, ma non ultimo, realizzata attraverso una filiera molto corta. Tutte le aziende coinvolte si trovano nel raggio di pochi chilometri l’una dall’altra. WALL chair è stata il manifesto di un programma, da noi iniziato, che ha come titolo “deZign km0”, volto alla valorizzazione delle capacità regionali in un concetto di glocalizzazione (dal locale al globale) che, secondo il nostro parere, potrbbe risolvere molte problematiche dei mercati attuali, sensibilizzando le persone verso la riscoperta delle capacità produttive, progettuali e distributive delle proprie realtà locali.
Anche poltrOOn fa parte di “deZign km0”: è una poltrona con pouf completamente realizzata in sezioni di cartone che, attraverso incastri semplicissimi, realizzano una struttura comoda, resistente ed ecosostenibile. Grazie alla collaborazione con la “ico”, Industria Cartone Ondulato, di Pianella (PE), abbiamo progettato questo (ed altri elementi di arredo facenti parte della serie cartOOn) con l’obiettivo di non usare collanti ne agganci strani, di poter acquistare il prodotto scomposto per poi costruirlo a casa, ma, soprattutto, prodotti che possano essere completamente e facilmente riciclati senza dover separare nulla.

Quale è stata la reazione della gente davanti ai tuoi prodotti?
La reazione davanti a WALL chair è sempre di stupore ed incredulità, è un prodotto che nessuno si aspetta e tutti si stupiscono della semplicità del movimento di apertura e chiusura. Dopo aver vinto un po' di paura, dovuta al sedersi su un disegno, è sempre giudicata anche molto comoda!
poltrOOn affascina molto le persone che, però, non si fidano della tenuta del cartone; di solito il passaggio è che io mi lancio sulla poltrona dimostrando la tenuta della struttura e dopo tutti ci si abbandonano su, soddisfatti e stupiti della inaspettata resistenza e comodità. Tutti reagiscono con stupore scoprendo le caratteristiche del cartone che fino ad allora non avevano capito.

Cosa vuol dire per te essere ecosostenibili nel design?
L’ecosostenibilità, come altri grandi temi del design, può essere, purtroppo, facilmente svalutata da un approccio superficiale al tema. Un prodotto ecosostenibile non è solo un prodotto di cartone, come un prodotto “designed for all” non è un prodotto per chi ha un particolare handicap, e così potrei continuare citando il “design for recycling” etc..
Io credo che l’ecosostenibilità, come gli altri temi citati, debbano essere normalmente contenuti in qualsiasi prodotto si progetti; l’ecosostenibilità può essere tante cose in un prodotto: materiale, lavorazione, finitura, riciclo a fine vita, ma, più di tutto, deve essere il messaggio che sensibilizza l’utente verso quel tema.
Ecco, essere ecosostenibili nel design significa sensibilizzare le persone, attraverso i prodotti, verso i temi e le ragioni dell’ecosostenibilità.


Pensi che l'ecosostenibilità possa limitare la creatività tipica del designer?
Assolutamente no, come tutti gli altri vincoli cui è soggetto il percorso di progettazione (economici, ergonomici, tecnici, etc.), l’ecosostenibilità è un altro momento di “creatività applicata” che genera il prodotto. Il progetto porta con se tutta la cultura del momento in cui viene fatto, quindi, oltre le informazioni sulla tecnica, sull’ergonomia, etc., porta anche informazioni sulla coscienza ecologica che abbiamo in quel momento storico.

Nei tuoi progetti, l'attenzione verso l'ambiente è un punto cardine oppure una condizione accessoria, ma non esseniziale?
E’ solo una cosa naturale, è normale come chiedersi con quale materiale posso fare una cosa, così come mi chiedo se quello che sto disegnando sarà comodo o si potrà impugnare, allo stesso modo mi chiedo come lo riciclo, quale materiale mi conviene usare etc.

Avevi già preso parte a iniziative che si basano sulla sostenibilità ambientale?
Si, come ti ho raccontato, ho organizzato anch’io iniziative del genere (deZign km0) e sono contento ogni volta che qualcuno mi invita o mi contatta su temi legati alla sostenibilità ed a quei temi, altrettanto importani, del “design for all”, del “life cycle design” e del “design for recycling”. Sono convinto che il design ha la possibilità di comunicare intenti al di là del solo progetto, ha la capacità di sensibilizzare l’opinione pubblica in maniera gentile, avvicinandoli a tematiche che, altrimenti, sembrano sempre distanti e non appartenenti al proprio mondo.

Progetti per il futuro?
Tanti progetti di cui, come sempre, preferisco non parlare per una sorta di scaramanzia. In compenso manifesto le mie tante speranze: un futuro più consapevole per tutti, un design che sia meno “stile” e più “cultura del progetto”, una situazione economica e politica migliore a livello globale e...il resto è privato!

Vuoi aggiungere qualcosa?
Oltre ad un doveroso ringraziamento all’intervistatrice per il suo interesse, mi sento di aggiungere solo un appello ai giovani designer: lavorate con impegno affinchè i vostri prodotti siano qualcosa di più di una moda, fate in modo che divengano manifesto di uno spunto intellettuale, critico, progettuale che rappresenta voi ed il mondo in cui vivete, che risolvano qualcosa e che facciano riflettere.

1 commento:

  1. Sono a precisare alla redazione che la foto che avete pubblicato ritrae anche un prodotto non disegnato dal Sig. Bucci.
    L'appendiabiti di sinistra è un prodotto che si chiama Bloxes, inventato da Jeff Raskin, negli anni 70 e brevettato dal figlio nel 2007.
    Ci terrei a precisare la cosa.
    Per maggiori info: www.bloxes.com

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